IMMAGINI DELLA SETTIMANA SANTA

Dopo due Pasque chiuse in cattedrale, con poca gente - anche se con tanta fede – si torna a celebrare la Settimana Santa secondo la liturgia classica e anche secondo la liturgia tutta speciale della tradizione popolare peruviana. Nella classica spiccano come attori il Vescovo con i suoi sacerdoti, nella tradizionale il cerchio si allarga alle confraternite che hanno un vasto giro di devoti che vogliono camminare in mezzo al popolo portando a spalla il Cristo che soffre e risorge.
Quest’anno lascio parlare le foto, una più bella e significativa dell’altra. La tecnologia avanza in maniera incredibile, anche le vecchiette maneggiano i celulari, fotografano o filmano per inviare all’istante il tutto alla famiglia o amici che possono essere in Europa o in Giappone.

LA DOMENICA DELLE PALME

Tutto e sempre nel perímetro nella Piazza d’Armi, partendo dal palazzo comunale fino alla cattedrale. Tutti hanno una ramo di palma o olivo in mano e vogliono essere raggiunti dall’acqua benedetta. Comincia poi il momento più personale nel chiedere una benedizione sulla fronte, magari con una bella foto ricordo.

GIOVEDÌ SANTO

Non ho foto della Messa crismale, con il vescovo Mons. Antonio Santarsiero e 40 sacerdoti. Un bel momento di fede e amicizia. La Cena del Signore ha sempre il gesto umile e grande della lavanda dei piedi con 13 seminaristi. La Messa è sempre qualcosa di unico e anche commovente. Poi Gesù andò all’orto degli ulivi mentre adesso lo lasciamo riposare nel salone Paolo VI, circondato da luci, fiori e tanti cuori adoranti per tutta la notte. La chiave del tabernacolo viene consegnata per un giorno al Sindaco della cittá.

VENERDÌ SANTO

La giornata tremenda del Venerdì Santo non finisce mai. Qui inizia a mezzogiorno con le SETTE PAROLE di Gesù in croce. Alle 15 in punto è squillata la trombretta con il sempre emozionantisssimo “Silenzio”. Toccante è tutto il racconto della Passione, seguito dal rito del bacio della croce, fatto con calma da centinaia di persone dai bambini piccoli alle persone anziane. Che devozione!

DAL CALVARIO ALLA PIAZZA

Spazio senza tempo alla devozione popolare che esprime tutta la sua fede e il suo dolore a quel Gesù che per noi si è lasciato crocifiggere. Dalla croce, a ritmo lento hanno tolgono i chiodi e fatto scendere il corpo inerte ponendolo nelle nostre mani. A braccia viene portato all’urna del sepolcro tra i fedeli che si accalcano per riuscire almeno a toccarlo o a fotografarlo. Finalmente può uscire dal tempio, seguito dalla Madonna Dolorosa, tra incenso, lacrime, tristezza. La piazza è tutta per LUI, fin quasi la mezzanotte. Quanta gente lo ha accompagato con affetto. Tristissime le note della banda. Innumerabili i cellulari e le cineprese.

LA PASQUA È TRA LA GENTE

Alle 5 del mattino la cattedrale è piena di gente. È per me un momento atteso tutto l’anno per celebrare la Messa del Risorto, la famosa “Messa del gallo”. È ancora notte, l’alba spunta lentamente, pronta ad accogliere le quattro statue (qui chiamate immagini – persone vive): Il Risorto, la Madonna Dolorosa, San Pietro, San Giovanni evangelista.
Non bastano le parole per descrivere le quattro ore di processione per percorrere solo il perimetro della piazza, circa 400 metri. E la gente che arriva, che applaude, che vibra. Si deve essere lì in mezzo, semplicemente. E che dire degli incontri tra le immagini, soprattutto la Madonna che perde il manto nero per brillare con un vestito bianchissimo al momento di vedere suo Figlio vivo. È un fremito. Poi i colori e i ricami dei vestiti dei santi, la varietà incredibile dei Fiori disposti con arte. Venite a vedere; godetevi almeno le foto, non posso mettere su carta tutti i video delle varie televisioni.

FUOCO E VOLTI

Qui ho raccolto immagini significative dal fuoco nuovo della vigilia pasquale a quella della piccolissima Kimberly che sempre riusciva a trovarmi in mezzo alla folla per gridare “Padre Antonio” mentre splancava le sue braccine per abbracciarmi le gambe. Mi sono inchinato tanto per stampare sulla fronte della piccola un segno di croce. La mamma felicissima ha scattato la foto che resta per me il simbolo di questa Pasqua 2022.

È ora di andare in Italia per due mesi. Non ci sarà con me padre Vittorio Ferrari che riposa tra i fiori in Sayan. Dovrò visitare tanti cimiteri per incontrarmi con mio cognato Peppino, cugini, sacerdoti, amici che già hanno preso il volo. Già adesso i miei occhi soffrono, anche questo è amore.

Don Antonio Colombo

Huacho 21 aprile 2022