IN AFRICA SOLO ONLINE

UNA STRANA FESTA AFRICANA ONLINE

Quasi mi ero dimenticato di ciò che ho vissuto 50 anni fa. Rendo partecipe della mia avventura l’arcivescovo di Milano Mons. Delpini.
“Sono andato a Kafue
Eccellenza, ho ricevuto l’invito per il Giubileo dei 50 anni della parrocchia, HOLY SAVIOUR, sono co-fondatore con don Giuseppe Parolo. Che voglia di andarci davvero!
L’ho vissuto con loro
. Prima fase: a richiesta ho mandato su facebook 150 foto di quei tempi. Non dico i commenti e i like. Seconda fase: ho mandato qualche euro al parroco Francis Chenga. Terza fase: ho visto in diretta la Messa del GIUBILEO, facendo qualche commento in inglese e in chiniangia, come fosse una CONCELEBRAZIONE online. Quarta fase: mi arrivano uno dopo l’altro stupende foto di quel giorno, arricchite da commenti, saluti e nostalgie. Ho visto don Camillo e Suor Caterina di Maria Bambina, testimoni a nome di tutti missionari/e milanesi.
Sono contento, l’albero è cresciuto e anch’io ho ricevuto tanto da loro. Può vedere qualche foto tra le antiche e le nuove, con la Messa di tre ore. Sto bene, chiedo una tua benedizione”
Risposta dell’arcivescovo

Caro don Antonio,
complimenti per la partecipazione online. Leggendo il titolo ho cominciato a “temere” che ci fossi andato fisicamente. Mi congratulo per l’opera compiuta da voi e dai preti di Milano.
Il Signore ha fatto crescere, sia benedetto il nome del Signore. Grazie della documentazione e soprattutto della testimonianza
Che Dio ti benedica + Mario

VENGA ALLA FESTA, FATHER ANTONIO, CI MANCA TANTO

Tra le 150 foto inviate dal mio archivio storico, spiccava quella di una bimba teneramente in braccio a sua mamma Cecilia. Su Messenger arriva la sorpresa: “Bambo Antonio, sono io, Francesca, la bambina, sono figlia di Francis e Cecilia Phiri. I miei genitori mi hanno detto che tu mi hai dato il nome di battesimo: Francesca. Vieni, vieni alla festa, mi potrai vedere, adesso sono cresciuta, sono donna e madre”. Ho risposto nella lingua chiniangia, facendola doppiamente contenta per il ricordo dei suoi genitori. Il dialogo continua.
Il ghiaccio è sciolto, la porta del facebook è aperta, passo 15 giorni - prima e dopo la festa – come in trance, immerso di nuovo nel misterioso e affascinante clima africano. Riaffiorano gli ex bambini e bambine come Thomas e Paul ora sacerdoti, Mulenga e Chanda che continuano a tenere vivo il mio gruppo calcistico Aroma Stars. Il piccolo danzatore Alex Tembo ora è uomo fatto e dice che ciò che è adesso nasce dal buon seme che io ho lasciato nella sua vita. Nella sua memoria resta vivo il giorno in cui i River Boys danzarono a Lusaka davanti al Presidente Kenneth Kaunda, gentilissimo con ognuno di loro. Ha ragione, anch’io ricordo quel giorno.
Altri hanno il cuore ferito come Colette Mukunda che ha perso due sorelle e tre fratelli, amici miei fin dal primo giorno del 1974, incluso Oliver diventato sacerdote, studente a Roma e monsignore.
Spicca la frase: Wow -Uau. Venga di nuovo tra noi, ci manca tanto, tanto. Wow father, we miss you so much.

L’ALBERO DI NAOSA È CRESCIUTO

Una foto in bianco e nero formato tessera del 1978 mi ha rimesso in contatto con Naosa Jack Chanda in un interessante dialogo su messenger. “Padre, conservi ancora la mia foto? hmmm, hahaha!!! Sì, sono io quel giocatore che ancora continua ciò che lei mi ha insegnato quando ero giovane. La ringrazio di cuore. Sono adesso un uomo dell’Azione Cattolica, vado a Messa, sono sposato dal 1988, ho tre figli. Ciò che lei mi ha insegnato nello sport continuo a trasmetterlo aiutando i giovani a crescere. C’è ancora il suo club AROMA STARS, con squadre di ragazzi di 12 anni. Abbiamo anche le ragazze. Non sempre troviamo le scarpe da calcio, giocano a piedi nudi, si divertono lo stesso. Abbiamo anche un allenatore, lo chiamiamo “Mister Colombo” come lei.
Davvero ciò che lei ha piantato in noi continua a crescere socialmente e spiritualmente. È stato lei l’agricoltore che ha dato ottimi insegnamenti così che l’albero continua a dare frutti.

Se ci può aiutare a trovare le scarpette di calcio, le saremo grati. Comunque continueremo a lottare e a chiedere aiuti, come sempre. Stia tranquillo, continuerò questo impegno di attrarre i giovani a Gesù Cristo, usando un pallone.
Zikomo (grazie) Bambo Antonio
La Messa solenne del Giubileo del 23 luglio mi ha tenuto sveglio tutta la notte, incollato allo schermo del computer per più di tre ore. Mi sono commosso soprattutto per il silenzio sacro alla consacrazione e poi la gioia straripante dopo la Comunione quando tutti i mille presenti si sono messi a cantare e danzare, felicissimi di avere sempre Gesù vivo tra loro, come e più di 50 anni prima.
Grazie ONLINE!

COME UN LAMPO NELLA NOTTE: IL NUNZIO APOSTOLICO

Il covid ha lasciato tanti vuoti nelle famiglie e anche tanti vuoti nel campo della fede. Sembrava proprio che i fedeli fossero spariti, e che i giovani avessero preferito altre strade. Il mondo del web li affascina e assorbe, giorno e notte.
A nome del Papa è arrivato a Huacho il suo ambasciatore: il Nunzio Apostolico Monsignor Paolo Rocco Gualtieri. Un programa essenziale svolto in due giorni: La Messa della festa della Madonna del Carmine al suo Santuario di Huaura, un incontro con i seminaristi, uno con i sacerdoti e, come ciliegia sulla torta, quello vivace e gioioso con più di mille giovani.
Simpatico, alla mano, ha ispirato subito una confidenza con il suo parlare calmo, nitido, profondo che arrivava al cuore. Penso fossero sui 4.000 mila i fedeli per la messa e la incoronazione della Madonna. All’aperto, tra sole e vento, nemmeno distratti dal rombo dei camion che sfrecciavano sulla strada. La Madonna ci ha messo una mano, come sempre.
Profondo, chiaro il suo messaggio con i sacerdoti e le suore, capace di rispondere serenamente alle domande anche insidiose sul momento non facile della Chiesa attuale. A tutti ha dato la mano al momento del pranzo in Seminario.
Ha brillato anche con battute umoristiche nel contatto con i giovani, si vedeva a suo agio, senza fretta, con tanta amabilità. Io sono riuscito a parlare con lui non più di tre minuti, ma mi sono sentito in sintonia.
Ho trovato questo commento: “Che personaggio che può irradiare tanta vicinanza e umanità” C’è una foto in cui si vede il Nunzio circondato da almeno 70 giovani in pochissimo spazio. E i loro occhi parlano, brillano. Davvero, come vuole Papa Francesco, ci ha portato l’allegria del Vangelo.

COSA FACCIO QUI?

Dopo lo spavento delle piastrine basse, ecco la gioia di averle adesso con 60 punti in più, cioè 145. Ciò mi ha permesso di ritrovare il ritmo normale che ogni mattina mi vede alle 7:30 celebrare la Santa Messa in Cattedrale, con un gruppo di fedeli che partecipano con gusto, cantando, pregando e ricevendo la comunione. Sono l’osso duro che gioiosamente ho incontrato in tutte le mie parrocchie nei 59 anni di sacerdozio.
Tanto avevo sognato anche di poter tornare negli ospedali da sacerdote, non da ammalato. Ogni mercoledì visito, per più di due ore, tutti, ma proprio tutti gli ammalati, dai bimbi ancora nella incubatrice agli anziani appesantiti dagli anni e dalle infermità. Una festa con tanti dottori, infermieri e pazienti che esprimono una gioia nel rivedermi: “Non ci speravamo più, ci avevano detto che non saresti più tornato, ti vediamo bene, anche elegante con la tua giacca nera che si combina perfettamente con la stola rossa”. Ma quanto desidererei poter avere la bacchetta magica per innalzare questi ospedali all’altezza di quelli italiani che mi hanno ringiovanito! Quante cose mancano, e poi ogni medicina o intervento sono proporzionate ai soldi che la famiglia può dare! E se non può…

LA MAGLIA ROSA FIRMATA LEO MESSI

Che mistero è sempre l’incontro con il penitente nel confessionale, la bellezza di poter predicare il vangelo ad ogni messa, ascoltare e condividere le gioie e fatiche della gente anche quando cammini per le strade di Huacho. “Padre, posso farle una domanda? Quanto costa un battesimo? E per sposarsi? Può dare una benedizione al mio bambino? Ma lei quanti anni ha?” Non ci credono che sono oltre gli 80.
Anche i matrimoni sono in calo, ma sempre è una gioia celebrarne almeno due quasi ogni settimana. La freschezza dei loro volti, la luce degli occhi e la moda dei loro splendidi vestiti, gli applausi e il momento sempre emozionante quando dicono: “Io ti amo, ti rispetto, ti voglio bene”. Gesù è contento. A ferragosto si è sposata qui una coppia che vive in Italia, appofittando del ferragosto, sono venuti qui dove sono nati. Una festa per i loro genitori anche vederli ripartire con la ricchezza del sacramento che li ha uniti.
Posso di nuovo svolgere la mia funzione di direttore della scuola di italiano, sia insegnando la cultura e le bellezze del Bel Paese che incoraggiando le tre professoresse, sempre più esperte nell’insegnamento online con la tecnica Zoom.
Mi aspettavano con ansia anche gi interni del carcere per il decimo campionato di calcio tanto sognato dopo quasi tre anni di sosta covid. Le mie due squadre sono crollate sotto la vigoria calcistica del quinto padiglione che ha vinto la Coppa Colombo. Mi hanno supplicato: “Ma quando ci sarà una Messa? Ci sentiamo abbandonati”. Sarà questa la mia nuova avventura: coordinare la pastorale carceraria: aprire le porte, trasmettere speranza oltre le sbarre. Ci provo.
Una piacevole scoperta per me è stato l‘invito al Club Tennis campestre per la festa del Bingo nei giorni dei festeggiamenti del 202° aniversario della liberazione. Mi sono trovato davanti a mille e mille persone sparse su grandi spazi erbosi, riunite in famiglia o gruppi di amici. Saluta qui, saluta là sono arrivato vicino al palco centrale dove c’erano dei pagliacci animando a più non posso scatenati bambini. Sento una voce alle spalle: “Padre Antonio, che bello vederlo qui”. È Nancy, la animatrice, amica da anni, che subito mi dice: “Padre, venga con me, andiamo sul palco, la presento io e lei dà una bella benedizione a tutti!” È così è stato tra applausi e sorrisi.

Gli atleti piccoli e grandi del mio “Gruppo sportivo Antonio Colombo” stanno aspettando con ansia di poter tornare ad allenarsi sul campo rinnovato dello Stadio 70, con erba naturale, vera, verde, fresca.
Qualcuno di loro già vola alto, supera le frontiere fino all’Argentina e addirittura agli Stati Uniti, a Miami nello stesso club di Leo Messi. Tre ragazzi di 17 anni hanno la gioia di poter giocare nelle squadre giovanili del Racing d’Argentina. Così mi scrive uno di loro: “Padre, è arrivato il momento di andare in Argentina, era ora, sono molto felice. Grazie per tutto ciò che fa per noi. Anche se non è presente sempre, so che da lontano mi sta aiutando e molto. Lei mi ha conosciuto fin da piccolo, sono riconoscente per tutto l‘appoggio che mi ha dato finora. Mille grazie per tutto Che Dio le conceda più anni di vita e gloria”. Greco Pita
Alessandro Farro ha superato quattro selezioni per essere ormai punto fisso della riserva del Miami Soccer Milàn Player, under 20. “Un exceptional player”. In riconoscenza al club Colombo dove è cresciuto, ha ottenuto da Leo Messi una maglia per don Antonio e una per l’allenatore Moisès. Il pallone porta la firma anche di Piquè. È stato un momento di gioia e di amicizia ricevere la maglia color rosa tenue, indossarla e poi lasciare spazio alle foto con sullo sfondo la Cattedrale. Adesso il giovane è in vacanza, sogna la firma del contratto per il 2024/2025. Ci riuscirà, è intelligente, gentile e un gran lavoratore con il pallone incollato al piede, come Messi.
Il tempo vola, qui è primavera, il mese di ottobre è sotto lo sguardo del Signore dei Miracoli, orgogliosamente e devotamente caricato a spalle per le vie della città. Non una sola, ma cinque volte, da mattina fino a notte. Fede e tradizione si fondono armoniosamente.

Don Antonio Colombo

Huacho, 12 Ottobre 2023

Commento extra, firmato Anna Carla Galante Mulot
“Antonio, la tua vita è stupenda e non è ancora finita”.